NASCITA E RI-NASCITA DI UNA FARFALLA

E fu così che, alla fine di un un'estate calda e ricca di eclissi, 
la farfalla uscì dal suo bozzolo e iniziò a volare...

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Quell'estate era stata davvero dura, quanto dolore e contorcimento si erano sentiti in quel bozzolo!
A ben vedere il dolore era dovuto più all'opporsi al processo di trasformazione che alla trasformazione stessa ma il bruco non se ne accorgeva, semplicemente in quella crisalide soffriva e gli pareva che dovesse essere proprio così e che non potesse essere altrimenti.
In realtà la trasformazione era attiva già dall'inizio di tutto, quando il bruco era ancora un uovo. Perché la Vita è così, è una continua trasformazione ma questo il bruco non lo sapeva... e non sapeva neanche che le cose potevano essere diverse...

Ma vediamo cosa era accaduto prima... 

Molto tempo fa la Vita aveva amorevolmente deposto un uovo su un'accogliente foglia verde in un tranquillo bosco. E, ancora prima di deporlo su quella foglia, la Vita sapeva già che lo avrebbe accompagnato sempre affinché lui potesse compiere il miracolo della sua metamorfosi. Dopo poco tempo infatti un piccolo bruco con grandi occhioni e curiosità di esplorare è fuoriuscito dal guscio d'uovo e ha iniziato la sua avventura.
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Già poco dopo la nascita il bruco girovagava tra le foglie, mangiava con piacere godendo dei frutti che la natura gli porgeva, annusava i profumi dei fiori, sentiva il tepore dei raggi del sole sul suo corpicino e con estrema semplicità viveva assecondando questi primari bisogni, con estrema grazia e naturalezza. Era proprio un cucciolo, non aveva memoria della fase da uovo ed ora che era fuori dal guscio, godeva di ciò che l'istinto lo guidava a fare. E così, mentre viveva e conosceva il mondo, iniziava a crearsi delle idee e delle memorie di cosa era bello e cosa non lo era, cosa giusto e cosa non lo era, cosa pensava di essere e non essere, cosa doveva fare  e non fare, eccetera.

Grazie al suo affidarsi alla cornucopia della Vita, il bruco cresceva e inconsapevolmente permetteva la prima serie di trasformazioni che lo avrebbero condotto a formare intorno a sé una crisalide, che lo avrebbe ospitato durante la trasformazione più complessa ed impegnativa.

Ad un certo punto infatti il bruco sentì il bisogno e la spinta della natura che lo chiamavano a chiudersi all'interno di quella sua crisalide e così fece.
E proprio in quel momento iniziò una fase lunga e molto delicata perché occorreva tempo per trasformarsi e il buio di quell'antro era ben diverso dal vagare libero di quando era piccolo. Adesso era nuovamente chiuso come quand'era in un uovo e, nuovamente, doveva crescere per uscirne diverso ma questa volta era più consapevole, aveva memoria di alcune cose e aveva iniziato a pensare che alcune cose sono giuste ed altre sbagliate, alcune sono meglio ed altre sono peggio.
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Il tempo passava lento, il bruco era ancora nella sua crisalide e pareva che nulla accadesse ma, in realtà, molte trasformazioni interiori avevano luogo. 
Intanto il bruco aveva iniziato a sentirsi solo nel buio del suo bozzolo, si sentiva imprigionato, non vedeva più il sole, non sentiva il profumo dei fiori e gli pareva che nessuno potesse aiutarlo. Si sentiva abbandonato, si sentiva in trappola, impossibilitato a muoversi, gli pareva di aver perso tutto. Sentiva che le cose dovevano andare diversamente.
Non vedeva nulla oltre all'involucro che lo proteggeva ma anche che lo imprigionava, era da tempo immerso nel suo dolore e nel suo contorcersi per liberarsi, e non ne capiva più il senso. Gli sembrava un dolore inutile e senza fine. 
E aveva iniziato a pensare di aver sbagliato qualcosa e di non valere niente perché aveva assecondato la sua natura di chiudersi in una crisalide ed ora non sapeva più che fare. Pensava che prima era tutto più semplice, si affidava alla natura e la natura gli regalava cibo, profumi e molto altro. Iniziava a pensare che nulla di buono sarebbe più accaduto, pensava che quella fosse la fine, pensava di essere bloccato ed imprigionato in quel bozzolo a causa sua, per qualche errore commesso e che stesse pagando chissà quale scotto. Insomma aveva perso fiducia nella natura e nella Vita e in se stesso.

Poi improvvisamente, proprio in questa estate, arriva un evento inatteso, come un terremoto, che apparentemente giunge dall'esterno e che accelera la trasformazione. Un colpo così forte che produce uno scossone alla crisalide e colpisce ancora più in profondità il bruco che si sente sempre più smarrito ed in balia degli eventi. 
Il bruco pensa ormai di essere perso, di non avere scampo, si guarda e si vede contorto, brutto, senza forze e sa di essersi imprigionato da solo, si sente disperato, piange e si arrabbia con se stesso. Non sa più chi è, che cosa vuole, che cosa gli sta accadendo e cosa deve fare. Prima era un bruco libero che viveva in pienezza, ora non sa più cos'è e dove sta andando.
A quel punto, proprio lasciando spazio solo al dolore e senza giudicare nulla, il bruco ricorda. Ricorda la Natura, la Bellezza, il sole, i profumi e la Vita che gli ha regalato tanto, e dentro di lui qualcosa si scalda e internamente una luce ritorna a brillare. 
Il bruco, in quel momento senza tempo, sente qualcosa di nuovo ed antico dentro di sé e sa. 
Sa che può scegliere se abbandonarsi a quel terremoto di emozioni e pensieri in preda al panico e lasciarsi morire nel suo antro buio, 
oppure, pur non sapendo davvero cosa stia accadendo e che cosa sarà in futuro, può decidere di affidarsi nuovamente alla Vita e pensare che quello scossone e il dolore che ne sono derivati sono solo un ennesimo aiuto, un regalo per lui per uscire da quella caverna e vedere la luce e scoprire cos'è diventato e dove sta andando.
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Il bruco sa di avere questa scelta e di trovarsi ad un bivio ma non è semplice prendere la strada giusta verso la sua rinascita, anche se l'ha già intravista. Adesso sa che per affidarsi alla Vita, questa volta, occorre essere più consapevoli ed adulti rispetto a prima, non è più sufficiente assecondare la natura come quando era cucciolo perché ci sono memorie di dolore che lo confondono e tante idee sbagliate di cui liberarsi. Adesso sa che quell'essere se stesso è tutto da scoprire e conoscere momento per momento e con fiducia.
Di fronte a tale consapevolezza il bruco si sente colpito ancor più nel vivo, si agita e si dimena nel suo bozzolo ancora per un po', sentendo sempre più dolore e poi, finalmente, lascia andare e la smette di opporsi. 
Il bruco sceglie di vedere l'occasione in quell'apparente difficoltà e improvvisamente tutto acquisisce una prospettiva diversa.  E proprio a quel punto il bozzolo cede, si apre un varco ed inizia a filtrare la luce...
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Il bruco vede la luce e sente il piacevole tepore dei raggi del sole su di sè. Finalmente comprende che quel forte dolore è proprio servito a questo, un evento salvifico. Si guarda intorno e non riconosce più nulla, tutto è cambiato, se stesso e il mondo fuori. Si guarda e vede che ha delle ali. Si accorge di non essere più un bruco. Stenta a crederci, è talmente da tanto tempo che sta chiuso in un bozzolo pensando di essere un bruco in trappola, e di essere brutto e goffo, che quelle ali non gli sembrano sue. Infatti esita ad aprirle, teme di spalancarle e accorgersi che non sono sue e che le ha solo immaginate. 

E nuovamente si trova di fronte ad una scelta. Rimanere fermo immobile con le ali ancora accartocciate e piegate su se stesse all'interno del bozzolo per paura che siano solo immaginate, oppure fare lo sforzo di spiegarle vedere la loro bellezza e spiccare finalmente il primo volo.
Il bruco sceglie di affidarsi e, guidato dalla Vita, fa ancora uno sforzo e apre quelle ali.

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Adesso le vede quelle ali, ne coglie i colori e la forza, è pronto, può volare, vedere il mondo dall'alto, sentire il vento che lo sostiene, annusare il profumo dei fiori...eppure tituba, non vola ancora. Sì, perché le ali le vede ma il lungo esilio nel buio del bozzolo lo fanno dubitare nuovamente e si chiede se in fondo non sia soltanto un bruco.
E allora rimane immobile, a lungo, con le coloratissime ali protese verso il cielo e le zampette ancora appoggiate al bozzolo.

Verrebbe da dirgli: "Forza bruco, hai affrontato tanta fatica e tante trasformazioni, adesso sei libero, vola!". 
Eh sì, sembrerebbe più semplice spiccare il volo rispetto alle intense e numerose trasformazioni che ha attraversato quel piccolo esserino.

Una parte di lui ancora dubita ed ha timore ma, a tratti, sente che quelle ali sono sue. Allora nuovamente si accorge che si trova di fronte ad una scelta, affrontare tutte le sue paure proprio adesso che sembra libero di spiccare il volo, onorando la sua natura, oppure consumarsi a pensare di essere uguale a ieri, lasciandosi bloccare dal dolore, dalla fatica e dalle idee del passato, continuando a credere di essere quello di prima e che tutto sia accaduto a caso e senza un fine. 

Il bruco sente che nuovamente è a un bivio ma sente anche che c'è qualcosa che può fargli spiccare il volo in modo più aggraziato e sicuro. 
Si accorge che per spiccare il volo deve essere farfalla e per essere farfalla deve riconoscersi tale, deve sentire l'importanza, la bellezza, la forza e la perfezione di ogni singolo passaggio, di ogni singolo momento e stato che ha attraversato. Così ripensa all'uovo, al bruco, alla crisalide e alla farfalla come ad un'unica cosa. Si accorge che lei è tutto ciò e molto di più. Lei è l'uovo, il bruco, la crisalide, la farfalla, la natura, la foglia, il vento, il sole: Tutto. 
Si accorge anche che questo non sarà l'ultimo bivio di fronte al quale si troverà, né l'ultima difficoltà o dolore che incontrerà. Adesso sa che in ogni istante dovrà fare delle scelte, consapevole di chi vuol essere e di dove vuole andare. E si accorge che è libera di fare le sue scelte, se rimane consapevole e connessa a se stessa e al Tutto. Si accorge che la sua libertà è quella di scoprire, creare e amare, e prima di tutto di scoprirsi, crearsi e amarsi.

La farfalla si accorge, e finalmente sente, che tutto ha un senso, che tutto è collegato e che se ci si affida alla Vita lei fluisce attraverso di noi e ci porta tutto ciò che ci occorre per la nostra trasformazione e per il nostro bene. 
Allora sente un gran calore nel centro del cuore, fa un bel respiro, sorride e piena di fiducia, VOLA.

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E così che quest'estate è nata una farfalla ma questa è una farfalla particolare perché nel suo mutare si è accorta di tante cose e ha desiderio di condividerle e di accompagnare tutte le farfalle che lo desiderano a vivere la loro ri-nascita in modo diverso, più sereno, consapevole, fiducioso, pieno e gioioso. 
Nella sua metamorfosi la farfalla ha sentito che si può creare un mondo diverso partendo dalla propria trasformazione personale, un mondo di condivisione, libertà, gioia, sostegno, comprensione e amore per sé, per gli altri e per la Terra.

Così quella farfalla ha preso una decisione, che questo autunno la trasformi ancora una volta per diventare ciò che ha scelto di essere: una farfalla sciamana. 

E questa volta la farfalla sa che quella è solo una della innumerevoli trasformazioni che ancora l'attendono ma sa anche che d'ora innanzi l'Amore, cioè la fiducia nella Vita e nelle sue stesse ali, le renderanno tutte le metamorfosi sempre più dolci e aggraziate.

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